Nel bosco il tempo rallenta. E per quanto pensiamo di essere ai nostri minimi livelli di movimento, gli Alberi sono immensamente più lenti di noi.
Nei nostri Bagni di Bosco godiamo di un tempo lungo. Di Silenzio. Decidiamo di diventare amabili, di non avere più paura. C’è chi non si perderà più. C’è chi accoglie una nuova attenzione al respiro. Chi si riconosce Albero. Chi accoglie il gruppo, nella stanza del proprio essere solitario. C’è chi porta con sé il dare e il ricevere. Chi non ha più paura di non farcela da solo. Chi riconosce negli alberi una famiglia, intuendo la connessione profonda che lega l’universo e noi tutti. Armonia. Connessione. Silenzio. Bellezza. Attenzione. Bruciare la paura del giudizio. Donare al fuoco preziose lacrime condivise. Contemplare la danza di una piccola foglia nell’immobilità dell’aria. C’è chi non ha più paura di non essere abbastanza. Panismo. Abbandonare l’alienazione. Ritrovare il modo naturale di essere connessi. Connessi a noi stessi. Connessi al Bosco. Connessi al Gruppo.
E’ così naturale scoprire che in ogni bosco c’è il Nostro Albero. Proprio lui e non quello accanto. Scoprire che riconoscerlo è istintivo. Ricordarci che siamo Esseri Prodigiosi, capaci di linguaggi a noi stessi sconosciuti.
Grazie amici dei nostri boschi. Grazie d’essere stati capaci di abbandonarvi agli abbracci degli alberi. Abbracci solidi e forti. Abbracci che ci stanno mancando tanto, come l’aria, come la fiducia. Grazie per la commozione e lo stupore condivisi . Grazie per chi ci ha donato un silenzio denso e commosso. Quel silenzio di parole antiche e amiche. Grazie per il tempo prezioso che ci siamo concessi.
E a ogni Bagno di Bosco ricordiamo: il gioco più bello è tutto da giocare. Portiamo con noi il Bosco, le emozioni dell’immersione totale in esso. Portiamo con noi la fiducia verso gli altri. La voglia e lo stupore del ritovarci bambini. Coltiviamo quotidiani esercizi di stupore. Con noi stessi. Senza bisogno di dirlo a qualcuno, di “documentarlo”. Coltiviamo la naturalezza del Respiro. So che sto inspirando. So che sto espirando. E, ognittanto, chiediamoci: Chi è che sta respirando?
Al prossimo viaggio amici. Il Bosco si ricorderà di noi.