Mi faccio piccola e colma di stupore. L’unico modo in cui posso dirvi di questo libro deve passare dal cuore, nel tentativo di restituirvi l’intimità del mio rapporto con le parole della Candiani. Non conosco altro modo.
Quando prendo in mano un libro della Candiani sento di compiere un atto sacro. L’aria accoglie una luce diversa, rotonda. Calda e fresca allo stesso modo. È un viaggio segreto, sembra di scendere fino alla parte più succosa dell’anima e di saggiarne la consistenza per la prima volta. Ogni volta.
Chandra mi accompagna. Maestra cui dedico pensieri, sentieri, silenzi, intuizioni.
Le sue parole sono nostre. È quella lingua che rischiamo di dimenticare. Una lingua che non imbrigli, che va ovunque, che con gli stessi suoni saprà dirci cose nuove. Sempre nuove. Ad ogni ascolto.
È Poesia. Meditazione. Ascolto. Silenzio. Intuizione. Forza. Meraviglia. Sacralità. Infinito. Umanità. Sangue. Carne. Dolore. È verde come una gemma. Bianca come il vento che fa spazio. Rossa come la linfa umana, come le ferite, come il cuore.
“Questo immenso non sapere” non si può dire, si deve vivere. Già. Una metafisica attuativa, realizzativa. Esercitare nuovi occhi. Liberare nuovi spazi. Inchinarsi agli alberi e accogliere l’abbandono silenzioso, quello privo di domande, denso di fede.
“Gli animali e gli alberi insegnano a non sapere, a tollerare di stare al mondo senza l’ossessione di capire. La loro assenza di controllo mi pare renda il loro mondo non più minuscolo, ma anzi vastissimo, misterioso.
Sanno abbandonarsi, conoscono e insegnano una fiducia primaria e radicale”.
E qui bisogna fermarsi. “Posare i pensieri” e andare. Nel bosco, fra gli alberi.
Nuda di me e di storia. Un passo dietro l’altro, dimenticando le parole, lasciando muto il sentire, vuoto il pensiero. E il respiro ampio, per accogliere e lasciare andare.
Chandra arriva nella vita quando deve. Chandra è un dono. Come uno oracolo ti mostra ciò che sei pronto a ricevere.
Fermatevi anche voi, concedetevelo, cercate un tempo tutto vostro per incontrare “Questo immenso non sapere”.
Mettetevi in ascolto, svuotate l’anima e lasciate che Chandra Livia Candiani vi entri dentro, ridefinendone i contorni con le sue parole, e i silenzi fra le parole. Parole e silenzi che vengono da lontano, lontanissimo, riverberando chiarìa, danzando come foglie al vento e ai raggi del sole.
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